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Nell’ambito del progetto denominato “Il Piemonte al Mio Fianco” lo scorso 5 Settembre l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti sezione territoriale di Novara e del Vco (UICI) ha organizzato, ospitando presso la propria sede di Corso Torino n. 8 a Novara, un incontro per presentare alle persone cieche e ipovedenti della zona, i servizi antidiscriminazione offerti dal Nodo provinciale contro le discriminazioni. Sono intervenuti l’Avv. Franco Lepore e il Sig. Pasquale Gallo, rispettivamente Presidente Uici regionale di Torino e territoriale Uici di Novara, oltre a Silvia Venturelli di Ires Piemonte e alle referenti del Nodo provinciale, Chiara Rondini e Silvia Fiori. Altresì, era presente all’incontro anche la socia Uici Pierangela Lino, oltre ad una decina di soci, collegati in remoto.

Per rafforzare la collaborazione l’Uici NovaraVco, ha deciso di aderire alla Rete provinciale contro le discriminazioni coordinata dal Nodo, rafforzando così l’obiettivo di dare voce a chi subisce discriminazioni e aggiungendo un tassello alle azioni volte ad implementare l’inclusività del territorio. Nel corso dell’incontro di presentazione, le varie persone sopra citate, hanno preso la parola, sottolineando il fatto che chiunque subisce una discriminazione, disservizio, ecc, deve segnalarlo al Nodo, in rispetto alla legge 67 del 2006, che tutela il pieno godimento dei diritti, oltre alla legge regionale 5/2016. Promuovere l’inclusione sociale e migliorare l’autonomia delle persone con disabilità visive: questo l’obiettivo del progetto “Il Piemonte al Mio fianco”, promosso dall’Unione Italiana dei ciechi e degli ipovedenti consiglio regionale del Piemonte, con il sostegno della Regione Piemonte nell’ambito del Piano triennale contro le discriminazioni, presentato lo scorso 16 febbraio a Torino, presso la sede del Palazzo della Regione.

Tra le azioni del progetto, è previsto un importante raccordo tra le sezioni territoriali Uici e i Nodi provinciali contro le discriminazioni, che operano sul territorio, ottemperando alla legge regionale 5/2016, con il coordinamento della Regione e Ires Piemonte. Questo incontro a Novara, segue gli incontri già realizzati ad Alessandria, Biella, Cuneo, Torino e Vercelli. Sul territorio novarese, il Nodo contro le discriminazioni è attivo presso la Provincia di Novara, in Piazza Matteotti n. 1.

Durante l’incontro si sono messe in risalto le tante difficoltà e ostacoli, costituite soprattutto da barriere architettoniche e anche barriere mentali, che le persone disabili visive incontrano nella loro quotidianità e che possono diventare delle vere e proprie discriminazioni, che si traducono in non inclusione delle persone con disabilità all’interno della nostra società

Il Nodo di Novara svolge attività di sportello antidiscriminazioni, mettendosi a disposizione per creare le condizioni utili a rimuovere le discriminazioni. Per fissare un appuntamento o chiedere informazioni telefonare dal lunedì al venerdì in orario 9-13 ai numeri 0321 378273 o 0321 378228 oppure scrivere all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

È anche possibile segnalare una discriminazione compilando questo modulo online.

Come ogni anno, Ires Piemonte ha pubblicato un background paper dedicato al tema discriminazioni, che approfondisce i contenuti presentati in sintesi all'interno della Relazione annuale.

Partendo da un aggiornamento sulla composizione e sulle attività della Rete regionale contro le discriminazioni in Piemonte, si passa alla presentazione dei dati relativi alle segnalazioni di discriminazioni raccolte dai Nodi territoriali nel corso del 2023, anche grazie alla collaborazione con i Punti informativi, per poi osservare la percezione e l'opinione che la popolazione ha dei fenomeni discriminatori. 

Il testo completo del paper è scaricabile qui.

Dal 18 al 22 settembre 2024 si svolge a Torino il Festival delle Migrazioni, organizzato da Almateatro, AMA Factory e Tedacà, con il sostegno della Compagnia di San Paolo.

Il Festival delle Migrazioni utilizza teatro, arte, cinema e letteratura come strumenti di coinvolgimento, approfondimento e riflessione per dare voce a nuovi sguardi e narrazioni sul fenomeno migratorio. 

Equilibri, disequilibri, cadute è il tema scelto per questa edizione, che fa riferimento, da un lato, all’attualità dei drammatici scenari geopolitici a livello mondiale, dall’altro, alla continua ricerca, scoperta, perdita e poi nuovamente riscoperta di identità, punti di vista, modi per guardare e assaporare la realtà e il nostro rapporto con l’alterità e l’ignoto.
Attraverso gli incontri, gli spettacoli, le mostre, le proiezioni questa edizione del festival andrà nuovamente ad indagare alcuni dei temi fondamentali che caratterizzano il fenomeno migratorio quali politiche transnazionali, crisi climatica, tematiche di genere, prospettive, lavoro/sfruttamento, diritti.

Tutti gli appuntamenti sono a ingresso gratuito.

    Tra i molteplici appuntamenti si evidenziano: 

    • la mostra Sguardi Plurali sull’Italia Plurale che inaugura il festival il 18 settembre, realizzata grazie a un concorso rivolto a giovani fotografi che provengono da una storia legata a un fenomeno migratorio.
      Racconta l’Italia in una prospettiva plurale e inclusiva, attraverso una raccolta di immagini in grado di esplorare la ricchezza e le sfaccettature di una società sempre più stratificata e interconnessa.
    •  la Cena delle Cittadinanze nella serata di sabato 21 settembre, appuntamento che coinvolge cittadini, istituzioni, operatori e associazioni nel ritrovarsi insieme in un clima di convivialità: una lunga tavolata nel cortile di San Pietro in Vincoli è l’occasione per condividere insieme il cibo portato da casa e i piatti proposti dalle cucine dal mondo presenti al festival, vivendo l’emozione di una cena tutti insieme.

    Per maggiori informazioni sul festival e per visionare il programma: sito del Festival delle Migrazioni.

    Il Comune di Cuneo dal 30 luglio 2024 aderisce alla Carta Europea della Disabilità, firmando una specifica convenzione con la Presidenza del Consiglio dei Ministri.

    Detta anche "Disability Card", la carta consente alle persone con disabilità di accedere a beni e servizi, pubblici o privati, gratuitamente o a tariffe agevolate. Può essere inoltre usata per confermare la propria condizione di disabilità presso gli uffici pubblici, sostituendo certificati e verbali cartacei.

    La Carta Europea della Disabilità viene così a raccogliere tutta una serie di agevolazioni, molte delle quali già in essere, ma che vengono così riordinate e messe a sistema, per una più facile fruizione da parte di coloro che ne hanno diritto, in particolare in ambito sportivo (accesso agli impianti sportivi comunali, stadio del nuoto, palazzetto dello sport e stadio) e in ambito culturale (accesso ai musei e alla torre civica). Inoltre il Comune di Cuneo riconosce priorità nell'accesso ai propri uffici ed alle farmacie comunali ai titolari della Carta.

    Sono  4 i Comuni piemontesi che ad oggi hanno sottoscritto la convenzione: oltre a Cuneo, avevano già aderito soltanto Alessandria, Susa e Omegna.

    Fonte: Comune di Cuneo

    Ulteriori informazioni sulla Disablity Card

    Uno Stato membro non può subordinare l’accesso dei cittadini di paesi terzi soggiornanti di lungo periodo a una misura riguardante le prestazioni sociali, l’assistenza sociale o la protezione sociale al requisito di aver risieduto in tale Stato membro per almeno dieci anni, di cui gli ultimi due in modo continuativo. Allo Stato membro è inoltre vietato sanzionare penalmente una falsa dichiarazione riguardante tale requisito illegale di residenza.

    È quanto stabilisce la sentenza della Corte di Giustizia dell'Unione Europea nelle cause riunite C-112/22 CU e C-223/22 ND, relative al reddito di cittadinanza.

    Due cittadine di paesi terzi soggiornanti di lungo periodo in Italia sono accusate di aver commesso un reato: avrebbero infatti firmato domande per ottenere il «reddito di cittadinanza», una prestazione sociale intesa a garantire un minimo di sussistenza, attestando falsamente di soddisfare i requisiti per la concessione di tale prestazione, compreso il requisito della residenza della durata di almeno dieci anni in Italia, di cui gli ultimi due in modo continuativo. Il Tribunale di Napoli chiede alla Corte di giustizia se tale requisito di residenza sia conforme alla direttiva sui cittadini di paesi terzi che siano soggiornanti di lungo periodo (Dirtettiva 2003/209/CE).

    La Corte considera, anzitutto, che il requisito di residenza di cui trattasi costituisce una discriminazione indiretta nei confronti dei cittadini di paesi terzi che siano soggiornanti di lungo periodo. Infatti, anche se tale requisito si applica anche ai cittadini nazionali, esso interessa principalmente i cittadini stranieri, tra i quali figurano in particolare tali cittadini di paesi terzi.

    La Corte esamina poi se tale disparità di trattamento possa essere giustificata dalla differenza dei rispettivi legami con lo Stato membro interessato dei cittadini nazionali e dei cittadini di paesi terzi soggiornanti di lungo periodo. La Corte constata che la direttiva prevede, affinché un cittadino di un paese terzo possa ottenere lo status di soggiornante di lungo periodo, un requisito di soggiorno legale e ininterrotto di cinque anni nel territorio di uno Stato membro. Il legislatore dell'Unione ha considerato tale periodo sufficiente per avere diritto alla parità di trattamento con i cittadini di tale Stato membro, in particolare, per quanto riguarda le misure riguardanti le prestazioni sociali, l’assistenza sociale e la protezione sociale. Pertanto, uno Stato membro non può prorogare unilateralmente il periodo di soggiorno richiesto dalla direttiva affinché un cittadino di un paese terzo soggiornante di lungo periodo possa beneficiare di un trattamento paritario rispetto ai cittadini di tale Stato membro in materia di accesso a una simile misura.

    Infine, la Corte rileva che è altresì vietato allo Stato membro interessato sanzionare penalmente una falsa dichiarazione riguardante un requisito di residenza che viola il diritto dell'Unione.

    Fonte: Portale Integrazione Migranti

    Per approfondimenti: Associazione Studi Giuridici sull'Immigrazione

    Aggiornamenti su Domande frequenti

    Non c’è alcuna ragionevole correlazione fra l’esigenza di accedere al bene casa, ove si versi in condizioni economiche di fragilità, e la pregressa e protratta residenza o attività lavorativa nel territorio regionale.

    È quanto ha ribadito la Corte costituzionale con la sentenza n. 147 depositata il 25/07/2024, che ha dichiarato l’illegittimità costituzionale, per contrasto con l’art. 3 Cost., dell’art. 3, comma 1, lettera b), della legge della Regione Piemonte 17 febbraio 2010, n. 3.

    La Corte ha ritenuto, una volta di più, che il requisito della pregressa e protratta residenza sul territorio regionale, così come quello della pregressa e protratta attività lavorativa, pone un ostacolo al soddisfacimento del diritto all’abitazione che deve invece fondarsi sulla situazione di bisogno o di disagio, rispetto alla quale la durata della permanenza pregressa nel territorio regionale non presenta alcun collegamento logico. Si tratta, infatti, di requisiti che, proprio perché sganciati da ogni valutazione su tale stato di bisogno, sono incompatibili con il concetto stesso di servizio sociale, inteso quale servizio destinato prioritariamente ai soggetti economicamente deboli. Né requisiti del genere valgono a indicare una prospettiva di radicamento sul territorio regionale.

    Il giudice delle leggi ha pertanto riscontrato che la disposizione piemontese viola l’art. 3 Cost. sotto un triplice profilo: per intrinseca irragionevolezza, perché prevede requisiti del tutto non correlati con la funzione propria dell’edilizia sociale; perché determina una ingiustificata diversità di trattamento tra persone che si trovano nelle medesime condizioni di fragilità; e perché tradisce il dovere della Repubblica di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana.

    Fonte: Corte Costituzionale, comunicato ufficiale del 25 luglio 2024

    Di seguito alcune delle più recenti sentenze della Corte Costituzionale su analoghe leggi di altre regioni italiane:

    Per approfondimenti: Associazione Studi Giuridici sull'Immigrazione

    E' stato pubblicato il bando Unar dedicato alla selezione di progetti per l’istituzione o il rafforzamento di centri contro le discriminazioni motivate da orientamento sessuale e identità di generecon scadenza 17 settembre 2024. ATTENZIONE: con decreto direttoriale del 3 settembre 2024 è stata disposta la proroga del termine di scadenza al 30 settembre 2024.
    In sintesi, il bando prevede due linee di finanziamento:
    • Linea a) Centri antidiscriminazioni: l’istituzione o il rafforzamento di Centri contro le discriminazioni motivate da orientamento sessuale e identità di genere, ossia strutture operative per attività di supporto e assistenza legale, sanitaria, psicologica, di consulenza e orientamento alle persone LGBT+ vittime di discriminazione.
    • Linea b) Centri con accoglienza residenziale: il rafforzamento di Centri contro le discriminazioni motivate da orientamento sessuale e identità di genere con adeguate condizioni di alloggio e di vitto, ossia strutture residenziali per persone LGBT+ che si trovino in condizioni di vulnerabilità, in ragione del contesto sociale e familiare di riferimento.
    Con il precedente bando risalente al 2021, in Piemonte furono finanziati 2 progetti: Porto Sicuro sulla linea A (capofila Arcigay Torino, di cui il Nodo metropolitano di Torino è stato partner) e To Housing (capofila Quore) sulla linea B, entrambi sul territorio torinese.
    L'attuale bando prevede la possibilità di partecipare sia per rafforzare i Centri già esistenti sia per istituire nuovi Centri. Di seguito una sintesi delle principali informazioni inerenti la Linea a): 
    • Soggetti proponenti: enti locali e associazioni lgbtq+ (si veda il bando per i dettagli)  
    • Durata: 18 mesi
    • Budget: totale disponibile sulla Linea A 4.000.000 €, max 100.000 a progetto 
    • Cofinanziamento: minimo 10% del costo totale del progetto, apportato tutto da un unico soggetto (capofila o partner) oppure ripartito
    • Oggetto: istituzione o rafforzamento di Centri contro le discriminazioni ossia sedi operative per attività finalizzate a contrastare le discriminazioni motivate da orientamento sessuale e identità di genere, facilmente accessibili e aperte almeno 5 giorni su 7, con linea telefonica attiva 24 h su 24, anche mediante segreteria telefonica o messaggistica; 
    • Tipologie/ambiti di attività: ascolto mediante colloqui telefonici; supporto psicologico; supporto legale; supporto sanitario; mediazione sociale; orientamento al lavoro con previsione di corsi di in/formazione, consulenza e orientamento per l’inserimento lavorativo; orientamento all’autonomia abitativa; adeguata pubblicizzazione della struttura e del servizio; garanzia di competenza degli operatori sulla tematica della violenza e discriminazione fondata sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere. 
    Tutta la documentazione è disponibile sul sito dell'Unar: https://unar.it/portale/avviso-per-la-selezione-di-progetti
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