Per quattro settimane, dal 1 febbraio 2022 Torino presenta BLACK HISTORY MONTH un evento per dare voce alla coralità delle esperienze delle persone afrodiscendenti torinesi. Panel, laboratori, spettacoli ed eventi culturali per immaginare insieme un futuro più inclusivo. 

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Il 16 settembre 2020, in occasione del suo discorso sullo stato dell'Unione, la Presidente Ursula von der Leyen ha dichiarato: "I progressi nella lotta contro il razzismo e l'odio sono fragili: difficili da conseguire, si possono vanificare in un attimo. È giunto ora il momento di cambiare. Di costruire un'Unione veramente antirazzista, un'Unione che dalla condanna passi all'azione. E la Commissione sta presentando un piano d'azione per rendere possibile questo cambiamento." Il nuovo piano d'azione dell'UE contro il razzismo 2020-2025, approvato il 18 settembre, definisce una serie di misure per garantire un'azione più decisa di coordinamento, sensibilizzazione e applicazione del diritto nazionale e dell'UE.

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In occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della discriminazione razziale, la Commissione Europea organizza un SUMMIT CONTRO IL RAZZISMO, che si svolgerà venerdì 19 marzo 2021 dalle 9 alle 13.

Promosso in collaborazione con la Presidenza Portoghese del Consiglio dell'UE e con l' Intergruppo ARDI del Parlamento Europeo, il Summit sarà dedicato ad un confronto sull'implementazione del Piano d'Azione dell'UE contro il Razzismo 2020-2025 a vari livelli, con il coinvolgimento di Istituzioni Europee, Stati membri, società civile, organismi di parità e associazionismo.

Per maggiori informazioni sul programma e per assistere alla diretta del summit si rimanda al sito dedicato:

https://www.antiracism-eusummit2021.eu/ 

 

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Quanta intolleranza c’è in Piemonte? Quante persone sono preoccupate dal razzismo?

Con quale frequenza le persone assistono ad atti di razzismo, sessismo e omofobia nella loro vita quotidiana? 

Quanto sono diffuse le discriminazioni basate sull’origine etnica o il colore della pelle? E quelle basate sul sesso?

Sono alcune delle domande a cui si cerca di rispondere nella Nota breve "10 numeri per capire le discriminazioni in Piemonte" curata da Antonio Soggia e Silvia Venturelli e pubblicata dall'IRES Piemonte nell'ambito delle attività a supporto della Regione Piemonte per il monitoraggio e attuazione del Piano triennale contro le discriminazioni 2018-2020.

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La direzione di una testata giornalistica è riservata ai cittadini italiani. E’ questa la motivazione del rigetto della domanda di registrazione del sito Prospettive Altre che il Tribunale di Torino ha reso noto il 18 giugno 2014. Ansi (Associazione nazionale Stampa interculturale, gruppo di specializzazione Fnsi) e Cospe, promotori della testata realizzata da giornalisti di origine straniera, dopo un’attesa di 5 mesi hanno ricevuto comunicazione e motivazione del rifiuto: Domenica Canchano, giornalista di origini peruviane cresciuta in Italia, iscritta all’Ordine della Liguria e collaboratrice de Il Secolo XIX di Genova, non risponde al requisito della cittadinanza stabilito dalla legge sulla Stampa, n°47 dell’8 febbraio 1948, secondo la quale il direttore responsabile deve essere cittadino italiano”.

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Il contrasto ad ogni forma di discriminazione trova spazio nel Programma della Presidenza italiana del Consiglio dell’Unione europea. “La Presidenza”, si legge nel documento, “attribuisce grande importanza al principio di non discriminazione, come sancito dall’articolo 19 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea, dall’articolo 21 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea e come indicato nella Direttiva 2000/43/CE che attua il principio della parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla razza e dall’origine etnica, nonché dalla Direttiva quadro sull’occupazione 2000/78/CE.

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Sono state rese note nei giorni scorsi le motivazioni con le quali il Tribunale penale di Trento, con sentenza pronunciata il 15 maggio scorso, ha condannato il consigliere circoscrizionale di Trento, Paolo Serafini, per il reato di diffamazione di cui all’art. 595 c.p. aggravato dalle finalità di odio razziale di cui all’art. 3 della legge n. 205 /1993, per avere pubblicato sul proprio profilo Facebook un commento gravemente lesivo della reputazione dell’allora ministra dell’Integrazione Cecile Kyenge, invitandola a tornare “nella giungla dalla quale è uscita”.

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Il Tribunale di Oristano, con sentenza del 6.6.2014 ( est. Carboni), ha ribadito il diritto di accesso ai concorsi pubblici per infermiere per tutti gli stranieri titolari di un permesso per lavoro, anche se non lungosoggiornanti, confermando cosi l’insufficienza della estensione introdotta con la ‘legge europea 2013’, che ha limitato l’accesso al pubblico impiego degli stranieri di Paesi terzi non membri dell’Unione europea ai soli lungosoggiornanti, ai familiari di cittadini UE e ai rifugiati e titolari della protezione sussidiaria. Questo sulla base della previsione normativa contenuta nell’art. 40 c. 21 del d.P.R. n. 394/99, applicativa dell’art. 27 del d.lgs. n. 286/98 (T.U. immigrazione), in base al quale “le strutture sanitarie, sia pubbliche che private, sono legittimate all’assunzione degli infermieri, anche a tempo indeterminato, tramite specifica procedura”.

Fonte: ASGI

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“Al di là delle polemiche di questi giorni, prendiamo atto che il neo presidente Tavecchio ha affermato , anche oggi, di essere stato equivocato. Ci attendiamo ora da lui un forte pragmatismo anche nella lotta a ogni forma di razzismo. Il calcio è per i più giovani – a cui lui spesso si rivolge – un ambito di elezione dove promuovere la cultura del rispetto e il valore delle differenze”. Così Marco De Giorgi, Direttore dell’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, commenta l’elezione di Carlo Tavecchio alla guida della nuova Figc. “Nella lista di cose da fare, annunciata per il 18, ci aspettiamo da lui misure concrete e non solo dichiarazioni contro il razzismo che sta diffondendosi, in modo pericoloso, nello sport. Il neopresidente potrebbe ad esempio accogliere la proposta dell’Unar di istituire un Fondo destinato a finanziare iniziative per i più giovani di prevenzione ed educazione contro il razzismo negli stadi”. “Il Fondo – continua De Giorgi – potrebbe essere alimentato anche con parte delle somme derivanti dalle sanzioni comminate alle società per fatti razzisti. Siamo convinti che sarebbe un ottimo inizio” – conclude De Giorgi.

Fonte: Unar

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La vicenda risale a inizio 2012: A.M., cittadino angolano, presenta domanda al Comune di Castellamonte (Torino) per ottenere un assegno destinato a nuclei familiari con almeno tre figli minori. Cinque mesi dopo, però, la domanda viene respinta perché l'uomo, a parere degli uffici comunali, non avrebbe avuto il requisito indispensabile della cittadinanza italiana o comunitaria.

A.M. aveva presentato ricorso davanti al giudice del lavoro del tribunale di Ivrea: essendo titolare dal 2003 di un permesso di soggiorno di lavoro (regolarmente rinnovato), e avendo più volte fatto richiesta di permesso per lungosoggiornanti (permesso negatogli, per via del reddito troppo basso), riteneva di aver diritto a quell'assegno. Con sentenza del 25 luglio scorso, il giudice del lavoro Matteo Buffoni ha dato ragione al cittadino angolano, dichiarando discriminatorio il comportamento del Comune di Castellamonte che aveva negato l'assegno e condannando il Comune stesso a riconoscere l'assegno e l'Inps a erogarlo. L'Inps dovrà quindi corrispondere 1.760 euro per il 2012, oltre agli interessi, mentre a carico del Comune saranno le spese legali di 3.250 euro.

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